territorio
Il territorio dell’Ecomuseo è principalmente montano, compreso tra i 600 e i 2.400 circa di quota; dai 1.000 m la valle è parte del Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi.
La Valle del Bitto di Albaredo si caratterizza per la presenza di paesi e nuclei abitati in alta quota, sorti nei secoli in relazione all’allevamento, alla cura dei boschi e alla presenza di miniere del ferro.
Un’antica strada, la via Priula, collegava Morbegno alla valle e alla val Brembana, fino alla fine del ‘700 appartenente alla Repubblica di Venezia. Questo percorso ebbe una grandissima importanza per gli scambi commerciali e culturali.
Molti sono i beni culturali etnografici diffusi nel territorio dell’ecomuseo, come i lavatoi e le fontane, il mulino nella valle dei mulini vicino alla piazza principale del paese, la segheria, le bedulère o caselli del latte, le carbonaie, i calecc (strutture minime d'alta quota per la lavorazione del prelibato formaggio Bitto), i nuclei rurali, i forni fusori del ferro, ma anche i beni storico-artistici (cappelle votive, chiese, affreschi) e naturalistici, tra i quali l’abete monumentale di Vesenda. In alta quota al passo San Marco restano tracce delle trincee della Grande Guerra, ancora percorribili e segnalate.
Per visitare l’Ecomuseo occorre percorrere un sentiero, lungo circa 3 km e mezzo, che dalla chiesetta della Madonnina porta, in circa un’ora e mezza di cammino, fino all’alpe di Vesenda bassa, appena oltre i confini del comune, in territorio del comune di Bema.
Il percorso accompagna alla scoperta delle antiche attività economiche del paese: lo sfruttamento del bosco, i forni fusori, l’allevamento e la produzione del formaggio Bitto.
Albaredo è il centro principale della valle. All’ingresso del paese, nella piazza, si è accolti dalla statua del leone di S. Marco che ricorda gli scambi commerciali con la Repubblica di Venezia attraverso la via Priula; lungo le vie si trovano, oltre ad affreschi antichi, caratteristici murales che raffigurano episodi storici, paesaggi e scene di vita quotidiana ed una mostra “en plein air” dedicata all’agricoltura eroica. Un museo naturalistico è ospitato presso la Porta del Parco delle Orobie.
Nella chiesa parrocchiale dei SS. Rocco e Sebastiano di impronta barocca, sull’altar maggiore, è collocata una statua lignea della Madonna di Montenero ( sec. XVIII ), che la tradizione vuole sia stata portata a piedi da Livorno da emigranti di Albaredo nel 1753.
Oltre Albaredo, sulla vecchia strada per il passo San Marco, si trova il grazioso oratorio settecentesco della Vergine delle Grazie (la Madonnina) che conserva un pregevole dipinto di G. Giuseppe Kauffmann, ritrattista austriaco vissuto a Morbegno dal 1742 per un decennio, raffigurante la Madonna col Bambino e due Santi.