alpeggi, antichi mestieri, economia
L’Ecomuseo non deve avere lo sguardo solo rivolto al passato, ma, attraverso la consapevolezza delle sue radici deve promuovere sviluppo sociale, culturale ed anche economico della propria comunità.
Anche gli antichi mestieri, quindi, vanno conosciuti per essere rinnovati con l’uso delle nuove tecnologie e di nuove strategie di marketing, per contrastare l’abbandono della montagna.
I mestieri di un tempo, per secoli fonte di sostentamento, sono ancora in gran parte praticati e sono parte viva della cultura immateriale del luogo, primi fra tutti l’allevamento e la lavorazione del latte.
La stagione in alpeggio è un rito che si ripete da secoli e comincia con la transumanza, la migrazione stagionale di pastori e animali che resteranno in alta quota da metà giugno a metà settembre per la produzione del formggio tipico DOP, il Bitto, dal nome celtico "bitu" che significa "perenne"; in primavera e in autunno si produce invece il formaggio magro "matusc", termine che pare derivi addirittura dai fenici.
Molti gli alpeggi in valle, tra i quali l’Alpe Piazza, con rifugio che può accogliere escursionisti. Ad Albaredo, nel 2006 è stato inaugurato il caseificio Alpi Bitto dove gli allevatori conferiscono il latte che viene lavorato per produrre i formaggi latteria, matüsc, ricotta e formaggelle a pasta molle.
Il latte e i latticini costituivano la base dell’alimentazione degli abitanti della valle; a questi si aggiungevano le castagne (un tempo molto utilizzate), i grani (soprattutto frumento, segale, e grano saraceno) e gli ortaggi coltivati ed anche la carne e gli insaccati ricavati dal maiale: la macellazione era infatti un’altra delle attività comunemente praticate.
Anche la cura e il taglio dei boschi è un’attività ancora praticata che ha sempre rivestito grande interesse per la valle di Albaredo.
Tra le attività artigianali, sempre legate alla disponibilità delle materie prime, la realizzazione degli zoccoli in legno e degli attrezzi agricoli, come il “gerlo”, grande cesto con spallacci tipicamente alpino col quale si trasporta fieno, letame, foglie.
Un’attività invece ormai scomparsa è la lavorazione della canapa, un tempo diffusa; con questa fibra vegetale, oltre che con la lana, si realizzavano tessuti e capi d’abbigliamento.