Il borgo dipinto di Albaredo tra storia e leggenda
Camminando nelle vie del paese è possibile ammirare i bellissimi murales che raffigurano i paesaggi, la vita quotidiana ed episodi di storia della comunità di Albaredo. Diversi sono gli autori che li hanno realizzati tra i quali il gruppo Arte Libera, Gigi Valsecchi e Eugenio Gusmeroli.
Il percorso artistico parte dalla piazza San Marco, dove sono rappresentate le quattro stagioni (attraverso le raffigurazioni delle attività tipiche del territorio) e il rapporto che da sempre lega Albaredo per San Marco alla Repubblica della Serenissima con un'opera firmata dall’artista Anna Papini.
Il grande murale, eseguito con la tecnica del graffito, sottolinea il legame della piccola comunità montana con quella marittima di Venezia: l'abitato di Albaredo è infatti attraversato dall'antica via Priula, realizzata dai veneziani, che testimonia l'importanza geografica e logistica del borgo. A partire dalla fine del Cinquecento, infatti, da Albaredo transitavano i mercanti veneziani perchè la strada che collegava la Serenissima con i Grigioni e il centro Europa attraversava il passo San Marco e il territorio della Valle del Bitto di Albaredo.
Il percorso prosegue nel tipico "salòtt dei Barilocc", un breve percorso storico–culturale sotto un porticato che racconta non solo la nascita del Comune e le sue tradizioni, ma anche leggende antiche e personaggi onirici che la leggenda vuole abitino nella Valle del Bitto; di notevole fattura le sculture poste al centro del "salòtt" dell’artista che scolpisce sassi erratici Angelo Gabriele Fierro; nella piccola e caratteristica galleria del "salòtt" si possono anche osservare i costumi tradizionali degli albaredesi collocati in una piccola esposizione permanentemente.
Dalla piazza, costeggiando la chiesa dedicata a San Rocco, si imbocca via San Marco, punto di partenza per la mostra “en plein air” dedicata all’agricoltura eroica: il primo murale sulla sinistra celebre il forte legame con il porto di Livorno, raccontando un fatto avvenuto nel lontano 1753, quando gli albaredesi migrati a Livorno, dopo l’epidemia di peste e la grave carestia, portarono a piedi la statua lignea della Madonna di Montenero da un santuario di Livorno sino ad Albaredo per San Marco.
Proseguendo lungo la via e svoltando a sinistra, in via Del Nero, ci si imbatte in altri due dipinti murari: bella la rappresentazione dedicata al taglio della legna, mestiere antico molto importante per l'economia del paese ed anche il murale dedicato ai mercanti veneziani a cavallo, opera firmata dal gruppo di artisti Arte Libera.
La parete della Porta del Parco delle Orobie Valtellinesi ben rappresenta la natura boschiva e agreste delle quattro stagioni nella versione naif dell’artista Angelisa Fiorini.
Risalendo verso monte, presso l’abitato "Case di Sopra" altri murales accompagnano il visitatore, tra cui spicca il dipinto dedicata alla "vegia gosa", personaggio errabondo e leggendario che aleggia misteriosamente nella Valle del Bitto di Albaredo.